Il 22 aprile 2009, presso la sede del CAI di via Trieste a Sondrio, è nato il Gruppo Giovani del CAI Valtellinese onorato dalla presenza del Presidente nazionale prof. Annibale Salsa che ha reso di particolare valore e interesse la serata.
Il gruppo, trasversale rispetto alle sezioni e sottosezioni valtellinesi, accoglie al suo interno ragazzi dai 15 ai 30 anni che condividono l’intento di promuovere la conoscenza della montagna ai propri coetanei, attraverso iniziative accattivanti che utilizzino il loro linguaggio.
Come ha sottolineato la sera della costituente lo stesso prof. Salsa, il CAI negli ultimi anni si sta “gerontizzando”: l’associazione si è cristallizzata attorno alle vecchie leve senza un adeguato ricambio generazionale che gratifichi l’impegno con cui alcune di esse lavorano da anni per trasmettere ai giovani la loro esperienza e passione per la montagna. Ciò può essere parzialmente dovuto allo scarso impiego di nuove forme comunicative (siti internet, blog, social network come “Facebook”, ecc…), in parte alla diffusione di nuovi sport di montagna non ancora debitamente assimilati dal CAI (bouldering, snowboard, canyoning), ma anche, purtroppo, ad una diffusa inerzia verso il cambiamento e il rinnovamento che talvolta sfocia in atteggiamenti poco costruttivi di contrasto verso i giovani e le loro iniziative. Con questo non si vuole generalizzare, perché esistono lodevoli eccezioni come, per citarne uno su tutti, l’amico e veterano del CAI Valtellinese Camillo Della Vedova, che da anni si prodiga per trasmettere ai giovani la propria passione.
Un’altra interessante tematica affrontata dal Presidente Salsa è stata l’importanza della cultura antropica e naturale della montagna, nonché la conoscenza attiva del territorio, specialmente in una provincia come la nostra che si sviluppa in un contesto a prevalenza montuosa. Anche noi crediamo fermamente che il territorio che ci circonda stia diventando sempre più per i nostri coetanei un “esotico vicino” ovvero una zona affrancata da qualsiasi interesse, per la maggior parte sconosciuta e privata di un senso d’appartenenza e valore.
Il nostro gruppo ha come obbiettivo ideale quello di togliere una lente culturale deformante che allontana sempre più i giovani dal "loro" territorio. Questo, a nostro avviso, è il sostrato necessario perché possano fruttificare il rispetto per l’ambiente e l’attenzione verso le problematiche della valle. Infatti, la montagna deve tornare prima di tutto ad essere un luogo da vivere, carico di valore umano ed affettivo.
Crediamo quindi importante l’apporto di un gruppo di giovani appassionati di montagna, che cerchino di capire e scovare quali siano le possibili strade da percorrere per riavvicinare i coetanei con cui vivono a stretto contatto e di cui conoscono bene i linguaggi e l’ambiente sociale.
Il Gruppo Giovani è nato con statuto, regolamento e struttura gerarchica, ma già alla prima riunione i suoi componenti hanno preferito un’organizzazione dinamica, “a progetto”, in cui ciascuno possa contribuire alle diverse iniziative in base alle competenze, alla propria disponibilità e non in base ad un ruolo prestabilito. La divisione dei compiti flessibile e l’alleggerimento da strutture gerarchiche percepite come rigide e obsolete consente, infatti, un’ottimizzazione dei tempi e delle risorse e facilita il raggiungimento degli obiettivi.
Innanzitutto si è abolito il consiglio interno, preferendo un rapporto paritetico fra i membri; negli incontri successivi, definito il programma di iniziative, si sono create delle task force mirate all’organizzazione puntuale dei singoli eventi.
Sicuri dell’enorme potere di diffusione delle tecnologie informatiche e vista la loro completa gratuità si è creato un blog di riferimento (www.caigiovani.blogspot.com) e una pagina su Facebook, due utili strumenti ad ampio raggio e di grande visibilità attraverso i quali il Gruppo presenta e diffonde le iniziative.
Ogni sei mesi il Gruppo propone tre eventi che non vogliono essere analoghi, e pertanto “in concorrenza”, con ciò che le sezioni del CAI già organizzano, ma che puntano ad essere complementari. In questo modo si spera di raggiungere un maggior numero di giovani interlocutori e di interessarli anche alle più consuete attività del CAI.
Il gruppo, trasversale rispetto alle sezioni e sottosezioni valtellinesi, accoglie al suo interno ragazzi dai 15 ai 30 anni che condividono l’intento di promuovere la conoscenza della montagna ai propri coetanei, attraverso iniziative accattivanti che utilizzino il loro linguaggio.
Come ha sottolineato la sera della costituente lo stesso prof. Salsa, il CAI negli ultimi anni si sta “gerontizzando”: l’associazione si è cristallizzata attorno alle vecchie leve senza un adeguato ricambio generazionale che gratifichi l’impegno con cui alcune di esse lavorano da anni per trasmettere ai giovani la loro esperienza e passione per la montagna. Ciò può essere parzialmente dovuto allo scarso impiego di nuove forme comunicative (siti internet, blog, social network come “Facebook”, ecc…), in parte alla diffusione di nuovi sport di montagna non ancora debitamente assimilati dal CAI (bouldering, snowboard, canyoning), ma anche, purtroppo, ad una diffusa inerzia verso il cambiamento e il rinnovamento che talvolta sfocia in atteggiamenti poco costruttivi di contrasto verso i giovani e le loro iniziative. Con questo non si vuole generalizzare, perché esistono lodevoli eccezioni come, per citarne uno su tutti, l’amico e veterano del CAI Valtellinese Camillo Della Vedova, che da anni si prodiga per trasmettere ai giovani la propria passione.
Un’altra interessante tematica affrontata dal Presidente Salsa è stata l’importanza della cultura antropica e naturale della montagna, nonché la conoscenza attiva del territorio, specialmente in una provincia come la nostra che si sviluppa in un contesto a prevalenza montuosa. Anche noi crediamo fermamente che il territorio che ci circonda stia diventando sempre più per i nostri coetanei un “esotico vicino” ovvero una zona affrancata da qualsiasi interesse, per la maggior parte sconosciuta e privata di un senso d’appartenenza e valore.
Il nostro gruppo ha come obbiettivo ideale quello di togliere una lente culturale deformante che allontana sempre più i giovani dal "loro" territorio. Questo, a nostro avviso, è il sostrato necessario perché possano fruttificare il rispetto per l’ambiente e l’attenzione verso le problematiche della valle. Infatti, la montagna deve tornare prima di tutto ad essere un luogo da vivere, carico di valore umano ed affettivo.
Crediamo quindi importante l’apporto di un gruppo di giovani appassionati di montagna, che cerchino di capire e scovare quali siano le possibili strade da percorrere per riavvicinare i coetanei con cui vivono a stretto contatto e di cui conoscono bene i linguaggi e l’ambiente sociale.
Il Gruppo Giovani è nato con statuto, regolamento e struttura gerarchica, ma già alla prima riunione i suoi componenti hanno preferito un’organizzazione dinamica, “a progetto”, in cui ciascuno possa contribuire alle diverse iniziative in base alle competenze, alla propria disponibilità e non in base ad un ruolo prestabilito. La divisione dei compiti flessibile e l’alleggerimento da strutture gerarchiche percepite come rigide e obsolete consente, infatti, un’ottimizzazione dei tempi e delle risorse e facilita il raggiungimento degli obiettivi.
Innanzitutto si è abolito il consiglio interno, preferendo un rapporto paritetico fra i membri; negli incontri successivi, definito il programma di iniziative, si sono create delle task force mirate all’organizzazione puntuale dei singoli eventi.
Sicuri dell’enorme potere di diffusione delle tecnologie informatiche e vista la loro completa gratuità si è creato un blog di riferimento (www.caigiovani.blogspot.com) e una pagina su Facebook, due utili strumenti ad ampio raggio e di grande visibilità attraverso i quali il Gruppo presenta e diffonde le iniziative.
Ogni sei mesi il Gruppo propone tre eventi che non vogliono essere analoghi, e pertanto “in concorrenza”, con ciò che le sezioni del CAI già organizzano, ma che puntano ad essere complementari. In questo modo si spera di raggiungere un maggior numero di giovani interlocutori e di interessarli anche alle più consuete attività del CAI.
Questa l’offerta della scorsa estate:
1. Gita sotto le Stelle al Pizzo Meriggio, sopra Campei (Albosaggia), per conoscere la montagna di notte e le costellazioni del cielo estivo;
2. Alta Via della Fontana, itinerario tematico che prende come riferimento una delle “Alte Vie” più affascinanti, sebbene poco percorsa e sconosciuta ai più;
3. Pizzo Scotes, una cima classica ma anch’essa poco conosciuta, per avvicinare gli appassionati al fantastico mondo delle Orobie.
Il 19 dicembre siamo stati parte attiva nella splendida giornata del Sondrio Street Climbing, una manifestazione di bouldering in città che, con budget minimo, ha permesso ad un gran numero di atleti e di non addetti ai lavori di vedere Sondrio teatro di una spettacolare gara di arrampicata. Il pubblico giovanile ha risposto con entusiasmo e con una numerosa partecipazione.
Altrettanto accattivante – lo confermano le presenze – è stata l’offerta per la stagione invernale:
1. Bob Pride, una singolare slittata in maschera in Valmalenco al chiaro di luna, in cui sono stati premiati gli equipaggi più originali; un sabato sera volto a trasmettere la bellezza misteriosa dei paesaggi notturni invernali, ma soprattutto a comunicare l’idea che la montagna possa essere un luogo di divertimento e di aggregazione alternativo.
2. Ciaspolata a Scermendone, uno dei terrazzi panoramici più affascinanti delle nostre montagne, raggiungibile anche dai neofiti;
3. Avviamento allo scialpinismo, con la facile salita al Monte Padrio. Un modo per permettere a chi non avesse mai provato lo scialpinismo di sperimentare con una semplice uscita questo stupendo sport. Occasione, inoltre, per imparare alcune nozioni sulla sicurezza in montagna.
Un inizio promettente che ci permette di fare importanti passi avanti nella capacità organizzativa e che ci ha regalato soprattutto splendide occasioni per vedere la montagna con uno sguardo differente, condividendo il piacere con vecchi e nuovi amici. Vedere la felicità, lo stupore e l’ammirazione per la bellezza della natura negli occhi dei neofiti montanari ci ha ampiamente ripagato di tutti gli sforzi organizzativi sostenuti.
Non abbiamo mai preteso che i partecipanti alle escursioni fossero tesserati al CAI, perché crediamo che queste iniziative debbano essere una vetrina specialmente per chi non ha ancora conosciuto la montagna. Vogliamo insomma che il CAI, più che un organo politico ed elitario, torni ad essere quello strumento di divulgazione che ne ha fatto un club di grande fortuna negli anni passati. Riteniamo, quindi, che l’iscrizione debba costituire un valore aggiunto, sentito dall’interessato come una questione d’onore più che un onere. A seguito delle uscite, infatti, alcuni ragazzi hanno mostrato interessamento verso il CAI ed hanno chiesto informazioni circa il tesseramento e le altre attività svolte dalle sedi valtellinesi.
L’attenzione ai contenuti, al fondo culturale e la passione volte nei progetti, sono una chiave di successo purtroppo spesso offuscata da vezzi di forma o da interessi personali. Il nostro lavoro vuole essere il frutto di una passione sincera che ci auguriamo possa portare in un futuro prossimo ad un avvicinamento dei giovani alla montagna e ad una partecipazione attiva all’interno del CAI.
Ci troviamo in una corsa a staffetta dove chi non cede il testimone è sicuro di perdere la gara. Noi giovani ci giochiamo al meglio la nostra frazione sicuri che solo un gioco di squadra ben coordinato e coeso ci permetterà di uscire vincenti dalla difficile sfida di trasmettere ai nostri coetanei l’amore e il rispetto per la montagna e il territorio che ci circonda.
Cai Giovani
1. Gita sotto le Stelle al Pizzo Meriggio, sopra Campei (Albosaggia), per conoscere la montagna di notte e le costellazioni del cielo estivo;
2. Alta Via della Fontana, itinerario tematico che prende come riferimento una delle “Alte Vie” più affascinanti, sebbene poco percorsa e sconosciuta ai più;
3. Pizzo Scotes, una cima classica ma anch’essa poco conosciuta, per avvicinare gli appassionati al fantastico mondo delle Orobie.
Il 19 dicembre siamo stati parte attiva nella splendida giornata del Sondrio Street Climbing, una manifestazione di bouldering in città che, con budget minimo, ha permesso ad un gran numero di atleti e di non addetti ai lavori di vedere Sondrio teatro di una spettacolare gara di arrampicata. Il pubblico giovanile ha risposto con entusiasmo e con una numerosa partecipazione.
Altrettanto accattivante – lo confermano le presenze – è stata l’offerta per la stagione invernale:
1. Bob Pride, una singolare slittata in maschera in Valmalenco al chiaro di luna, in cui sono stati premiati gli equipaggi più originali; un sabato sera volto a trasmettere la bellezza misteriosa dei paesaggi notturni invernali, ma soprattutto a comunicare l’idea che la montagna possa essere un luogo di divertimento e di aggregazione alternativo.
2. Ciaspolata a Scermendone, uno dei terrazzi panoramici più affascinanti delle nostre montagne, raggiungibile anche dai neofiti;
3. Avviamento allo scialpinismo, con la facile salita al Monte Padrio. Un modo per permettere a chi non avesse mai provato lo scialpinismo di sperimentare con una semplice uscita questo stupendo sport. Occasione, inoltre, per imparare alcune nozioni sulla sicurezza in montagna.
Un inizio promettente che ci permette di fare importanti passi avanti nella capacità organizzativa e che ci ha regalato soprattutto splendide occasioni per vedere la montagna con uno sguardo differente, condividendo il piacere con vecchi e nuovi amici. Vedere la felicità, lo stupore e l’ammirazione per la bellezza della natura negli occhi dei neofiti montanari ci ha ampiamente ripagato di tutti gli sforzi organizzativi sostenuti.
Non abbiamo mai preteso che i partecipanti alle escursioni fossero tesserati al CAI, perché crediamo che queste iniziative debbano essere una vetrina specialmente per chi non ha ancora conosciuto la montagna. Vogliamo insomma che il CAI, più che un organo politico ed elitario, torni ad essere quello strumento di divulgazione che ne ha fatto un club di grande fortuna negli anni passati. Riteniamo, quindi, che l’iscrizione debba costituire un valore aggiunto, sentito dall’interessato come una questione d’onore più che un onere. A seguito delle uscite, infatti, alcuni ragazzi hanno mostrato interessamento verso il CAI ed hanno chiesto informazioni circa il tesseramento e le altre attività svolte dalle sedi valtellinesi.
L’attenzione ai contenuti, al fondo culturale e la passione volte nei progetti, sono una chiave di successo purtroppo spesso offuscata da vezzi di forma o da interessi personali. Il nostro lavoro vuole essere il frutto di una passione sincera che ci auguriamo possa portare in un futuro prossimo ad un avvicinamento dei giovani alla montagna e ad una partecipazione attiva all’interno del CAI.
Ci troviamo in una corsa a staffetta dove chi non cede il testimone è sicuro di perdere la gara. Noi giovani ci giochiamo al meglio la nostra frazione sicuri che solo un gioco di squadra ben coordinato e coeso ci permetterà di uscire vincenti dalla difficile sfida di trasmettere ai nostri coetanei l’amore e il rispetto per la montagna e il territorio che ci circonda.
Cai Giovani
(tutte le foto provengono dall'archivio delle uscite Cai Giovani)
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